Itaca e Cefalonia

Aperto da belvero, Maggio 14, 2018, 06:11:47 PM

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belvero

Avete dei suggerimenti?
Questa è la nostra meta per l'agosto 2018
Abbiamo da incontrare un paio di amici e parenti, ma la tendenza è libera a gogo
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Barberino Tavarnelle (FI)

Malibú!

#1
I miei zii di bz ci sono stati un mese fa ad incontrare la mia cugina(loro figlia) di cui ti ho parlato.
Ci son stati in auto,partendo da Atene.
Ai primi di aprile mi dicevano che non c era anima viva,quindi hanno girato indisturbati.
Stefano
Prov.VE

belvero

Oh che bello!
Io mi porto la poesia di Costantino Kavafis e parto
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Barberino Tavarnelle (FI)

belvero

Landed in Patra

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Barberino Tavarnelle (FI)

Igna

Citazione di: belvero il Agosto 03, 2018, 04:56:18 PM
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Tooop


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ex- T4 California Coach 1900td, 1995 (bianchino)

Milano città.

FIX


belvero

Cefalonia e Itaca e oltre agosto 2018

Abbiamo preso i biglietti il 10 gennaio, camping on board con Anek da Ancona a Patra.
Speso una follia, 800 euri e menomale che li abbiamo strappati ad uno che aveva cancellato la prenotazione con stesse date nostre, partenza e ritorno
Merito della sorella agente di viaggio ammanicata bene
Partiamo con calma e cautela il primo agosto nel tardo pomeriggio per avventurarci verso l'umbria e poi verso Ancona, l'imbarco è per il pomeriggio del giorno dopo.
Dormiamo nel parcheggio delle grotte di Frasassi come da abitudine e al mattino facciamo colazione nello stesso baretto, con la stessa tipa un po' scoglionata.
All'imbarco ad Ancona arriviamo un po' in ritardo, a cambiare i biglietti c'è molta fila. Un gran casino di gente come non avevo mai trovato.
All'imbocco della nave mi ritrovo il pole position, non sul lato finestrone, ma di fronte ai bagni, con la lamiere dinanzi, niente vento, caldo belva, non ci era capitato mai ancora di avere un posto in prima fila, doveva succedere.
Ritroviamo i soliti marinai greci, i soliti camerieri greci, siamo gia' in terra ellenica.
Conosciamo una famiglia con bimbi della stessa età dei nostri, lei italiana astrofisica, lui greco lavora nelle comunicazioni satellitari, vivono in Olanda e tornano in vacanza a casa di lui, avrei voluto parlarci per ore, ma i ragazzi hanno sonno e purtroppo loro scendono ad Igoumenitsa. Mi danno due dritte e qualche consiglio per Cefalonia.
Il giorno dopo la nave rimane quasi vuota e mentre ci avviciniamo a Patra scorgiamo la lunga laguna di Messolongi dove ci fermeremo al nostro ritorno.
Scesi dalla nave andiamo a sud verso Killini dove abbiamo l'imbarco per il giorno dopo.
Ci fermiamo per una grande giornata di mare fino al tramonto con pascetti e insalata greca in bocca al tramonto fra Cefalonia e Zante di fronte a noi. Siamo a sud di Killini sotto Kastro in un piazzale sterrato fronte mare con altri 10 camper e un baretto-kantina con l'immancabile doccia all'ombra dei banani.
Il giorno dopo ci avviamo all'imbarco per Cefalonia
L'isola si puo' raggiungere da nord partendo da Lefkada, da Patra, o da Killini
Il biglietto da Killini l'avevo preso on line prima di partire spendendo circa 60 euro con Levante Ferries. Rimango allibito dalla efficienza e dalla puntualita' dei traghetti greci. I marittimi riescono a far entrare una quantita' di auto dentro la stiva impensabile. Quello del marittimo è ancora un mestiere ambito qui. La nave è nuova e bella e dentro trovo un T2 a far bella mostra di se.



Sbarchiamo a Poros, un paesetto dove ci fermiamo per un bagno, ma l'acqua è torba e unta, il primo approccio non è dei migliori, quindi puntiamo a sud, superiamo Skala dove una lunghissima spiaggia attorniata da case, villette, negozi di articoli da spiaggia e ristoranti ci stimolano ad andare avanti. Imbocchiamo una stradina che ci porta alla spiaggia di Kato Katelios. Presente una bellissima doccia fronte mare. Siamo gli unici a rimanere per la notte, insieme a una famiglia greca in tenda sotto un oleandro. In fondo alla spiaggia c'è una sorgente che sgorga acqua freschissima direttamente a mare. Andiamo in paese dopo cena per un gelato. Un piccolo porto, qualche taverna, niente di particolarmente caratteristico.
Il giorno seguente proseguiamo lungo la costa che risale verso nord, verso Argostoli.
In basso si vedono spiagge bianchissime e si attraversano paesini arroccati e poco abitati.
Tutta la parte turistica è sul mare, giu' in fondo. Ci fermiamo a un forno per prendere qualcosa da sgranocchiare.
Moglie e figli vogliono puntare sul camping e io ce li porto. Attraversiamo Argostoli brulicante nel mezzogiorno e ci fondiamo nel Camping Argostoli.
Il prezzo è basso, l'ombra non manca, i bagni sono abbastanza puliti. Ci mettiamo sotto un olivo e tiro giu' bici e tutto il resto.
Siamo all'interno di un golfo protetto naturalmente dalla forma a G dell'isola. Di fronte al camping si scende in una baia con i pini che arrivano fino sul mare, come del resto in gran parte dell'isola. La spiaggia qui è fine e bianca, il fondale bassissimo. Si tirano fuori la maschera, i boccagli e le pinne e i ragzzi si mettono in cerca di bestie. Trovo un polpo nascosto in una pinna nobilis ma lo lascio in pace.
Sulla punta destra della baia c'è un mulino con una gran ruota che gira immersa nell'acqua di mare.
Andiamo a vedere di che si tratta. L'acqua di mare entra sotto la roccia, verso terra, in un inghiottitoio. La ruota è rimasta per il turista, prima veniva davvero utilizzato come mulino. Ora al suo posto c'è un bar ristorante che c'incastra davvero poco. L'acqua filtra giu' sotto terra sotto il mare e rifluisce a nord ovest dell'isola attraversandola tutta dopo 17 km. Incredibile.



La sera prendiamo le bici e si va in citta'. La strada è poco trafficata e in ombra. Facciamo un giro a piedi per le strade chiuse al traffico, gran turismo, tanta gente. Troviamo anche il piccolo museo della brigata Acqui che commemora tutti i caduti italiani delle isole Ionie nella seconda guerra mondiale. Qui di italiani ce ne son morti davvero tanti, si parla di oltre diecimila caduti, giustiziati dai tedescacci.
Una gentilissima signora friulana, che con altre figlie di reduci tiene aperto il museo, ci spiega un po' di storia. Avevo gia' letto qualcosa e i numeri parlano chiaro. Qui è stato versato molto sangue.
I bambini chiedono, mi fanno domande, provo a spiegare non senza difficoltà. La brutalita' qui c'è stata davvero.
In cima al paese troviamo l'imbocco del ponte, residuo della colonizzazione inglese, che collega il paese all'altra parte del promontorio formando una specie di laguna. Qui ci si trova davanti alle tartarughe Caretta caretta che vengono a sfamarsi dando la caccia ai pescetti che rientrano in laguna dal mare aperto. Qualche bambino tira loro del pane, loro ringraziano e si abbuffano, facendosi fotografare. Bestie bellissime, abili nuotatrici con colori accesi.
Rimaniamo in campeggio per 3 notti, ci avventuriamo nell'esplorazione di baie vicine e troviamo delle calette poco accessibili con i nostri mezzi e solitarie, immerse in pinete rigogliose, una favola. Baie di ciottoli e scogli, approdi nascosti.
La prima impressione di Cefalonia è che difficilmente ti senti solo in un posto poco battuto. Al porto di Argostoli approdano navi da crociera, all'aeroporto è un viavai di aerei a tutte le ore.
Si, c'è qualcosa che merita, ma c'è anche qualcosa che non ci convince. Piano piano verra' fuori.









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Barberino Tavarnelle (FI)

Marchinovis

Bel racconto Belvero e l'ho letto tutto d'un fiato!👌
Mi hai incuriosito , cosa è venuto fuori di poco convincente? ::)
Meglio 1000 stelle nel cielo che 5 sulla porta dell'hotel!!!
Rino il camperino : Marco Francesca Lorenzo e Luca. ROMA

rasta84

Bel racconto, altro che Routard, ora sono proprio curioso di sapere come finisce :-)

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Californialilla

Però il giallino è un T1! :)
Le vostre perplessità mi sono dolci-amare, ma non dovete esprimerle a me..

Sono bannato e disabilitato a inviare mp.

Per necessità: alessandrodebosis@gmail.com o cell nel profilo.
Alessandro, Officinacondivisa, Roma


Il camper sarà piccolo dentro, ma la vacanza è grande fuori!

belvero

Vero, e' un T1!
Lasciamo il camping e ci dedichiamo all'esplorazione della zona ovest.
L'isola ha due centri abitati che da sempre si contendono lo scettro di capoluogo
Inevitabilmente, per la posizione strategica e riparata, Argostoli prevale, ma Lixouri ci incuriosisce.
C'è un traghettino che fa la spola dall'alba a notte fonda fra i due centri, attraversando un tratto di mare riparato in 15-20 minuti. Via strada, facendo il periplo del golfo ci si mette quasi un ora. Il costo è ridicolo, poco piu' di un euro a persona e 10€ una macchina, ce ne stanno una ventina.
Ci lanciamo alla scoperta di zone selvagge se ce ne sono e troviamo qualcosa di simile nella zona piu' a sud ovest. Uno sterrato poco impegnativo porta al faro di Gerogombos, posto sperduto e pittoresco. Ci fermiamo per un bagno a Lagdakia e ci rimaniamo per una delle notti piu' placide della vacanza. Anche qui c'è la santa doccia che è un gran lusso ragazzi. Rimaniamo da soli quando tutti i bagnanti se ne tornano a casa e noi sdraiati sui ciottoli ammiriamo le stelle nel buio piu' buio.
Martore strillano nella notte e danno l'assalto al bidone dell'immondizia e mentre la luna sale da dietro le colline, noi si alza il tetto e si va a letto.
Al mattino, alla spicciolata, vengono i nonni a fare il bagno per primi, coi loro galleggianti per stare a mollo quelle 2 orette che secondo me è la loro ginnastica. Dopo i nonni soli arrivano i nonni coi nipoti, poi le famiglie, poi qualche turista.
Con la maschera e il boccaglio ci lanciamo a cercare bestie e troviamo un sacco di stelle marine, un polpo fuori tana e una formidabile murena lilla e gialla. Bellissima anche lei fra le rocce, ma fuori della sua tana. Immagino sia a caccia e che forse al mattino ci sian prede buone qui per lei.



Dopo pranzo si va a vedere se trovo un posto vicino che avevo visto dalle foto di google Earth con un canale con sbocco a mare e un piccolo pontile dove forse si poteva stare.
Trovo il posto e imbocco la strada giusta. Siamo a Vatsa.
Parcheggio sotto una tamerice e andiamo ad attraversare il canale con la piattaforma galleggiante.
Una specie di chiatta con due catene legate ai due punti opposti del canale. Per passare da una parte all'altra si tirano le catene e ci si sposta. Per i ragazzi è un parco giochi. Dall'altra parte c'è una taverna-bar con arredamento tutto in legno in stile capanna dello zio Tom ma piu' surf style. Siamo sorpresi, ci sediamo e pensiamo che potremmo essere tranquillamente a Bali invece che nello Ionio.
Rondini svolazzano sotto i tetti ricoperti di frasche di palme, cercando il nido con i loro rondinotti che strillano e si contendono il verme, la formica, la briciola di pane. Tutto molto pittoresco.
Il servizio in compenso è scostante e lento, il menu' niente di che.
Il proprietario fa lo splendido ma si vede che il locale è in lenta decadenza e il problema piu annoso è la scarsita' di personale. Scambiamo due chiacchere con un cameriere che ha studiato economia a Siena e conferma.
Rimaniamo qui 2 notti nuotando tanto e sistemandoci durante il giorno sotto le capanne improvvisate che sono sulla spiaggia. Luogo bucolico, tiro fuori i sup e i ragazzi si danno al canottaggio. La cisterna d'acqua sotto scocca fa il suo lavoro e ci laviamo allegramente all'ombra della nostra tamerice.







Ripartiamo verso nord ripassando da Lixouri per un po di spesa. Il paesino è molto concentrato e il centro è piccolo e vivace, non invaso da orde di turisti come Argostoli.
Qui comincio a vederci chiaro, sull'anima dell'isola dico. Ovunque ti giri non trovi niente di particolarmente caratteristico, niente costruito dall'uomo che valga il viaggio. Non c'è finora un paesino caratteristico, una chora come alle Cicladi, un Kastro millenario. Niente, vedo solo molto cemento, costruzioni nuove, apparentemente realizzate in fretta e senza nessun piano regolatore.
Qui, chi ha potuto, ha ricostruito dove e come gli è parso. Si che negli anni 50 c'è stato un terremoto che ha sdraiato tutta l'isola. Pare che solo a nord, qualche vecchia casa sia rimasta in piedi. Questo ha generato, oltre a numerosi morti chiaramente, il requiem per l'economia dell'isola e la fuga verso altri lidi. Ecco, metteteci prima la guerra e poi il terremoto, in 10 anni l'isola è in ginocchio.
Ok, la natura ha il suo perchè, spiagge belle e varie, gente cordiale come sempre in Grecia, prezzi forse leggermente piu' cari che nel resto della Grecia, notoriamente le isole Ionie son piu' care delle altre, ma comunque ampiamente accessibili. Abbiamo un budget di 100 euri al giorno e ci stiamo dentro anche pranzando o cenando fuori ogni giorno, vizi, regali, traghetti, ed eventuali campeggi inclusi. A fronte di tutto questo discorso, voglio dire che si, bella Cefalonia, ma c'è di meglio secondo me. Soprattutto mi turba il turismo di massa, crociere e voli low cost. Qui generano grandi disastri. Ma dato ci siamo vediamola bene quest'isola.
Proseguiamo a nord verso una delle spiagge piu' belle che ci sono e scendiamo giu' in picchiata su una strada strettissima dove 2 auto non si scambiano, con mezzi parcheggiati sui cigli, turisti imbranati che non sanno fare manovra, sole accecante, strada senza sfondo ed arrivati con le ruote sulla sabbia, una panda se ne va e ci lascia l'ultimo posto di fronte al mare. Benvenuti a Petani.
Spiaggia di ciottoli bianchissimi, fondale super, tanti pesci, grotte, ombra naturale dalle alte falesie alle nostre spalle. Andiamo in fondo a sinistra oltre gli ombrelloni piantati di fronte all'immancabile taverna. Spiaggia meritevole, con quei ciottoloni rotondi in cui è difficilissimo camminare e i piedi affondano e se hai le ciabatte ti entrano i sassi dentro. 100 metri sul bagnasciuga ci sfiancano ma merita assolutamente.





Il giorno successivo risaliamo la china e proseguiamo verso nord attraversando colline coltivate, molti trattori in giro, qualche capra, ma la maggiorparte dei terreni sono dediti all'agricoltura e non alla pastorizia, almeno in questa parte dell'isola.
Andiamo ad Atheras, dove un mio collega arrivera' con la famiglia a fine mese con un comodo volo Ryanair. Ha preso una casa in affitto a 100 metri dal mare in uno dei postio piu' belli forse dell'isola.
Porto Atheras è un golfo naturale molto profondo, con 4 case, 2 taverne, una chiesetta e dei ruderi in vendita. Una spiaggia di sabbia fine e fondale basso coronano il tutto. Ci piazziamo in fondo al golfo con le ruote sul prato a 2 metri dal mare.
Andiamo a cena alla taverna piu' lontana in posizione rialzata e la scelta è azzeccatissima, prendiamo polpo e pescetti fritti, korta e dolmadakia e le melanzane fritte, vino bianco e ouzo finale. Tutto per 44 euro
Il mattino, come al solito, ci si lava il viso tuffandosi a mare. Poi con tutta calma esploriamo i fondali scoprendo una miriade di stelle marine.

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Barberino Tavarnelle (FI)

belvero

Siamo nei giorni di ferragosto e mia sorella con marito e figli sono in viaggio per raggiungerci.
Sono sbarcati a Igoumenitsa e sono stati alle Meteore, ora stanno scendendo giu' verso Lefkada per imbarcarsi e raggiungere Cefalonia da nord sbarcando a Fiskardo. Hanno preso una casa in affitto per 8 giorni a Pessada, sotto Argostoli. Noi partiamo da Atheras per ricongiungerci alla sera.
Mi chiama a mezzogiorno dicendomi cha hanno avuto un incidente, tutti bene, sono stati tamponati in un rallentamento prima di Lefkada. La macchina non sanno se potrà ripartire.
Noi ci fermiamo a Lixouri per pranzo e riordiniamo le idee. Mia sorella è piuttosto una furia quando ci si mette, i ragazzi piuttosto impauriti, mi immagino mio cognato che fuma una cicca dietro l'altra.
Li chiamo e gli dico di fidarsi dei meccanici greci, mi hanno tolto d'impiccio un paio di volte con destrezza e buon senso. Arriva la polizia, fa l'alcool test a tutti i piloti delle 3 auto coinvolte, fanno il cazziatone al tamponatore, che probabilmente era distratto dal cellulare. Arrivano i carri attrezzi e portano via le macchine. E' sabato sera. La macchina non va in moto e cercando su internet trovo il modo per sbloccare la valvola della benzina e glielo comunico a telefono, intanto in officina vengono rifocillati e dissetati. I meccanici attaccano il gancio del verricello alla lamiera del paraurti posteriore per liberare la ruota. La macchina parte, il portellone posteriore è bloccato e il vetro è scoppiato. Ritagliano un pezzo di telo da camion e con il nastro americano lo coprono. Gli airbag non sono scoppiati e la macchina va. E' un Qubo a metano. Ripartono e vengono indirizzati a un bnb sul mare di Lefkada dai meccanici che chiedono 150 euro. Hanno perso il traghetto, e non troveranno posto per i prossimi giorni fino a lunedi. Tutti completi e non hanno voglia di stare in fila ad aspettare se qualcuno annulla.
Li sento sfiancati, ma decisi, menomale, noi puntiamo su Sami.
Entriamo in campeggio per fare qualche lavatrice, svuotare il cesso, rilassarci un po'
Il camping è bello e molti camperisti son qui, fissi, secondo me ci vengono ogni anno per 20 giorni, non schiodandosi mai da qui. Il mare di fronte non è un gran che, ma in bici andiamo in paese e ci divertiamo a vedere l'approdo di traghetti e barche. Dal porto partono per la terraferma e per Itaca che è li di fronte.
Alla sera decidiamo di andare al primo panaghiri dell'estate, la festa di paese. Un manifesto a Sami parla di festa dell'uva.Cefalonia ha una sua vite endemica e qui producono un vino bianco che abbiamo già assaggiato che è un DOP tipico isolano. Arriviamo in una valle fra Argostoli e Sami su un altipiano pieno di vigne.
Troviamo il monastero di San Gerasimo, che da il nome a una delle aziende vinicole più rinomate, ma della festa non c'è traccia. In chiesa c'è un battesimo, ma non è quello che cercavamo.
Altri italiani, come noi si chiedono dove sia questo panaghiri. Poi a 200 metri si vede un po' di fumo salire e come i topi con Hamelin ci avviciniamo. Sono le 8 di sera, ma a parte noi, qualche addetto alla festa e una decina di italiani non c'è nessuno in giro. Un camion frigo, 2 enormi braceri, due casse con 2 belle figliole, un bancone lunghissimo dove qualche robusta massaia comincia a sistemare la roba da mangiare. Tutto intorno solo campi brulli con erba calpestata, come se ci fosse passata una mandria di bufali. Nell'area della festa c'è una distesa di tavoli e sedie di plastica bianca a perdita d'occhio e in cima, leggermente rialzato, un palco con una tettoia sul fondo, dove dei musici stanno sistemando gli strumenti. Ci aggiriamo nel silenzio e nei preparativi che con calma iniziano a prendere forma e ci chiediamo quanta gente stiano aspettando, ci saranno almeno 1000 posti a tavola e intorno parcheggi come per uno stadio. Ma soprattutto, quando comincia?
Alle 9 ci dicono alla cassa. Facciamo gli scontrini, paghiamo una miseria per patate fritte, souvlaki e rosticciane,  e una zuppa di montone che si rivelera' mondiale. In effetti fa fresco su queste alture circondati da montagne che sfiorano 1500 metri e una zuppa ci sta bene. Chiaramente, essendo la festa dell'uva, il vino non manca. Si paga la cauzione solo sulla brocca di vetro, poi il vino è a scialo: ti danno la brocca piena, quando l'hai sgonfiata porti il vuoto e te lo riempono e cosi' via.
Capirete che è molto facile venire via da questo posto strisciando come i serpenti. In due ore tutto si riempie, fra i tavoli non c'è un posto libero, noi siamo in prima fila di fianco al tavolo con un  Pope con tutta la sua famiglia che viene servito e riverito. Alle casse si formano code lunghissime, i musici suonano canzoni tradizionali e tutti, mangiano e bevono e si abbuffano e si alzano e vanno a ballare. Impressionante che dal bambino al nonno, dalla cognata alla cugina, tutti sanno ballare e tutti ballano. Siamo stregati. Lasciamo la festa verso le 11 mentre la gente sta ancora arrivando e il parcheggiatore sistema ordinatamente le macchine. Nuvole di fumo si alzano dai braceri e tutto è avvolto dall'odore della carne alla brace. Vado a riconsegnare la brocca del vino e mi rendono le 5 euro di cauzione e prima di uscire ci regalano un sacchetto di frittelle cotte al momento intrise di miele. C'è aria di festa, festa vera.
Ingrano la seconda per scendere piano verso Sami utilizzando il freno motore. I bimbi dormono gia' quando entriamo in campeggio e ci infiliamo nella nostra piazzola.





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