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Grecia e le isole ioniche - Lefkada, Cefalonia e Itaca

Aperto da Andrea Ursic, Agosto 15, 2012, 12:27:44 AM

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Andrea Ursic

Raccolgo l'invito di Paolo e butto giù due righe dopo il rientro dalla Grecia, via Slovenia, Croazia, Serbia e Macedonia.

Prima qualche dato.
Durata viaggio: 20 gg (9-29/7)
Chilometri percorsi: 4200 km
A bordo: Io (38), Fabia (38), Greta (5), Filippo (2)

Report:

     Ore 7.00, partiamo da Trieste. 7.10 prima sosta sull'altopiano carsico a Basovizza, da Rudy. Sarà l'unica sosta.
Un ottimo Illy con brioche e crema carsolina. Non potevamo partire senza portarci dietro per un po', l'aroma e i sapori ai quali siamo abituati. Un chilometro e siamo in Slovenia.
Iniziamo a 'scendere'. Entriamo in Croazia.
Raggiungiamo Fiume (Rijeka) e prendiamo l'autostrada in direzione Zagabria. La superiamo e tiriamo dritti, si fa per dire, alla volta di Belgrado.
Dopo ore di guida e insistenti richieste di mia moglie per l'avvicendamento al "comando", per la prima volta mi rendo conto che sto guidando un 5 stelle superior. Il climatronic ci coccola e il silenzio a bordo è assoluto.
Cedo per una pausa pipì e gelato. I bimbi fino a questo momento sono stati fantastici. Anche qua il T5 ci aiuta molto. Il tavolino che esce in un secondo è una manna. Realizzare giochi, colorare o mangiare in movimento non è più un problema...
Confine Serbo, primo problema.
Nonostante mi sia documentato e per me sia cosa abituale superare una sacco di confini, una disattenzione ci sta per fregare.
Il poliziotto serbo fa sfilare tra le dita con indifferenza il primo, il secondo e il terzo documento d'identità. Al quarto, quello di Filippo, inizia l'agonia. E' il classico documento di riconoscimento dei minori rilasciato dal comune, con però la dicitura della Questura "valido per l'espatrio" e la traduzione inglese nella quale si dice essere valido in tutti i paesi che hanno sottoscritto l'Accordo di Parigi del 1957.
Dopo un paio di minuti, interminabili, durante i quali il mio 'aguzzino' si guarda in lungo e in largo, davanti, dietro e capovolto il documento, con un flebile ma sicuro inglese, mi dice che il suo Paese non riconosce quel tipo di carta d'identità.
Devo avere il terrore negli occhi. Di certo non ho più un goccio di saliva. Con tutta l'empatia che mi resta chiedo -"ma..., come mai?!?". Domanda stupida, tra le altre cose...
A questo punto, al di la del vetro inizio a intravedere, dentro a quella divisa, un giovane che avrà la mia età, che probabilmente avrà anche lui dei figli, molti magari, come è tradizione da quelle parti, che sta provando a sedersi dentro un furgone pieno di giochi, cibo, sogni e aspettative.
Accenna un sorriso, mi restituisce i documenti e mi dice -"Buone vacanze, dove siete diretti?"
Incredulo, cerco di ricambiare il sorriso e rispondo -"Belgrado e poi Vranje".
Mi sembrava brutto, dopo tanta disponibilità, dire -"Grecia, e se ci riesco, senza fermarmi..."
Nonostante tutto, penso che il bluff non abbia funzionato. Con un sorriso che stava diventando rassegnazione, mi augura buon viaggio sapendo che sono pochi quelli che si fermano a lasciare un po' di euro nel suo Paese, attraversandolo per raggiungere mete vacanziere.

Ci guardiamo, io e mia moglie, e siamo felici di essere stati al confine serbo anziché a quello svizzero e di avere incontrato una Persona capace di capire e di mettere da parte le procedure quando è solo la forma a mancare ma c'è la sostanza...

Proseguiamo contenti. E non sarà l'unica piacevole sorpresa che la Serbia ci darà...

Per un momento ripensiamo al poliziotto. Aveva la mia età e i giovani della mia età, all'epoca della guerra avevano un fucile in mano. Tutti. Se non erano dei disertori.
Nei nostri anni più belli, della spensieratezza, dell'università, dell'amore, c'erano dei ragazzi invece, che avevano l'ordine di sparare a quello che poco prima era un loro vicino.
Lui avrà sparato?!?

Proseguiamo in silenzio.



Fine prima parte.



Andrea

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Paolo

Davvero bello leggere queste tue righe. Più che bello, emozionante. Davvero.
Molte volte, anzi direi proprio sempre, non è tanto quello che si ha da raccontare che smuove lo stomaco, ma il come. Certo bisogna essere maghi a far smuovere sentimenti senza nulla da raccontare, ma la padronanza della lingua e la giusta scelta delle parole fa una differenza enorme tra un semplice report e un bel racconto.
E dopo questa mia lunga sviolinata, eh eh eh, mi accontenterai se chiedo altre righe del tuo procedere verso Sud? ;-)
Ops, ho letto solo dopo il "Fine prima parte" gh gh gh

P.s.: vuoi forse dire che la Serbia non è (ovviamente) tra i Paesi esistenti nel 1957 e che per questo motivo quella Persona avrebbe potuto lasciarti fuori dal suo Paese? Non espatriando più da molto tempo non sono al corrente dei documenti necessari per varcare il confine verso Est. Certo che la dicitura sulla carta di identità poteva essere meno "problematica"... Cmq un problema del genere era un invito a nozze per i doganieri, forse ancora oggi, per farsi lasciare belle mance per chiudere un occhio.
T4 California 1.9 TD ABL
attualmente in Rovigo

Andrea Ursic

No, il fatto di 'non esistere' nel '57 non è un problema. L'accordo si può firmare anche ora.
L'Ucraina per esempio, l'ha fatto nel 2006. La Serbia non l'ha mai fatto. Ma nemmeno la Croazia...
E in effetti questo non sarebbe un problema perchè tra noi e questi due paesi ci sono degli accordi bilaterali e quindi con la carta d'identità si può passare.
Il problema è che i documenti dei minori non sono delle carte d'identità e NON hanno scritto da nessuna parte: "Repubblica italiana". Questa è la mancanza più grave.

In ogni caso se serve... http://conventions.coe.int/Treaty/Commun/ChercheSig.asp?NT=025&CM=1&DF=&CL=ITA

Comunque questa è solo una parentesi. Seguirà la seconda parte.

Andrea
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Andrea Ursic

Seconda parte

     Bene, il confine è quindi superato. Anche Belgrado è stata raggiunta, attraversata e superata. Il piano di viaggio sta proseguendo alla perfezione.
Ci siamo prefissi di arrivare al confine sud, a Vranje. 1050 km da fare possibilmente tutti d'un fiato.
No, non è masochismo. Soltanto cinico pragmatismo. La Serbia infatti, per quanto ne dica il sito di promozione turistica, non è ancora molto attrezzata per quanto riguarda l'offerta "campeggistica". I pochi posti disponibili si trovano per la maggior parte presso i parchi naturali, tipicamente a est e ovest della direttrice nord-sud che stiamo percorrendo noi.
Il punto di non ritorno era Belgrado. Superato quello, attorno alle 15, il campeggio successivo si trova nella cittadina di Vranje, 350 chilometri più a sud.
Nel frattempo una seconda sosta, pipì e caffè questa volta, è anche l'occasione per riempire all'orlo il serbatoio del nostro fido nuovo compagno di avventure. Felice lui, per il parabrezza lavatogli amorevolmente da un simpatico ragazzino molto affascinato da quella piccola casa con le ruote, contenti noi per aver speso 1,17 €/l per riempirlo...

Alla ripartenza, avendo ormai dei validi riferimenti su quale sarebbe stato il nostro tempo d'arrivo alla meta, ci giochiamo il jolly. I bambini, dei travellers eccezionali fino a quel momento, meritano una 'ricompensa'.
La vista dell'iPad della mamma, riempito di ogni bendidio per l'occasione, fa sì che il restante tempo di viaggio praticamente lo trascorriamo da fidanzatini senza prole. 
Da dietro, al buio pesto (sante tendine oscuranti avvolgibili), arriva soltanto un leggero sottofondo 'disneyiano'.

Ore 18.30 arriviamo a Vranje. 
Il nome, già alla partenza, ci richiamava alla memoria dei ricordi che non riuscivamo a focalizzare. La rete però non c'ha messo molto a rinfrescarci le idee http://lists.peacelink.it/balcani/msg01187.html
Durante gli assedi di Priština le indagini svolte portarono a concludere che i civili, vittime della pulizia etnica, vennero bruciati presso una fabbrica locale.
Ma orrore che si somma all'orrore è il fatto che gran parte delle colline che la circondano sono out of limits per i "regali" all'uranio impoverito che noi occidentali pacificatori abbiamo 'elargito' su gran parte di quelle zone. 
Stare alla lontana da quelle colline però, come consigliato dagli espliciti tabelli, non risparmia i poveri neonati di Vranje dalle malformazioni. Un aumento di più del 250% dalla fine del conflitto.
La spiegazione è abbastanza semplice. Su quelle colline ci piove e l'acqua non ha difficoltà a raggiungere le falde dalle quali animali, coltivazioni e persone ne traggono per la sopravvivenza. Perfetto, il ciclo della catena alimentare è completo.

Non nascondo il fatto che arrivarci con due bambini di 2 e 5 anni mi mette un leggero stato d'ansia. Ma che sarà mai una notte, ci diciamo poi, usando tutto il raziocinio che al momento abbiamo disponibile.
La maggior parte dei vranjesi non ha scelta. Nascerà, vivrà e morirà senza potersi permettere una alternativa. Come possiamo noi decidere di non fermarci nemmeno una notte per poterci portare dietro il ricordo, la testimonianza, la solidarietà di una città che si sforza di ri-vivere in modo normale?
Ci tuffiamo quindi alla ricerca dell'Auto Moto Camping Enigma.
Trovarlo non è facile, nemmeno con le coordinate gps. Non lo è stato nemmeno da casa.
Nessun sito specializzato ne parla. Non una nota nei siti serbi.
Mi imbatto per caso nella sua descrizione una sera, durante una tranquilla sessione di serendipity.
Non ricordo da cosa fossi partito ma mi ricordo di essere approdato su tripadvisor.
Lì trovai due o tre recensioni di stranieri che ne parlavano.
Non è propriamente un campeggio. È un piccolo centro sportivo. Un campo di calcetto, una piscina e un campo da tennis. 
Tra tutto questo c'è un'area parcheggio che termina con alcuni parcheggi-piazzola con un prato inglese da favola.
Dopo tante ore di macchina, per prima cosa i bimbi si liberano di ogni cosa e iniziano a correre scalzi fino a non poterne più.
Nel frattempo io cerco dei contatti.
Percepisco che il nostro arrivo non è passato inosservato. C'è fermento.
Un simpatico signore sui sessanta mi viene incontro sorridente.
Sorridente anch'io, chiedo se è possibile trascorrere lì la notte.
In risposta al mio inglese ottengo un sorriso ancora più grande. Segue un urlo. Capisco che sta chiamando aiuto. Il primogenito, un simpatico 'cicciotto' che avrò modo di conoscere dopo, non può rispondere all'appello. Sta pulendo la piscina.
Arriva quindi il sostituto, il fratello. Dieci anni in meno e metà del peso.
Sfodera un inglese di chi è stato all'estero, erasmus probabilmente. Ci dice che tutti sono molto contenti perchè siamo i primi italiani ad essersi fermati.
Con entusiasmo ci invita a visitare tutto il comprensorio e a sceglierci il posto per accamparci.
Poco dopo si unisce il fratellone. Faccia simpatica e sorriso contagioso.
Anche lui ci invita al 'giro turistico' dal quale non possiamo esimerci.
Nel suo entusiasmo percepiamo tutto l'orgoglio di chi ha saputo risollevarsi da solo e realizzare un piccolo sogno in una realtà tra le più impensabili.
Davanti a una birra, vuole sapere tutto di noi. Non mi risparmio.
Trieste la conosce, l'ha studiata a scuola!!? (sarà per i quaranta giorni di dominazione titina alla fine della seconda guerra?!?)
Alla fine ci invita a rilassarci nella piscina nell'attesa dell'ora di cena.
Evvai, i bambini non aspettavano altro.
L'aspetto in tutta sincerità, non è dei migliori. Non sono un tipo esigente e quindi mi tuffo.
Però per correttezza, riporto quello che vedo.
La struttura, bellissima, avrà al massimo 10 anni durante i quali però nemmeno una vite è mai stata toccata.
È un comportamento che conosco. Era tipico della Yugoslavia del periodo comunista.
Si realizzavano le opere, qualsiasi esse fossero, si utilizzavano fino alla 'morte' senza nessuna attività conservativa. Si abbatteva e infine si ricostruiva.
Qua e lo stesso.
Mia moglie ironizza sul fatto che anche l'acqua sia dell'epoca, visto il colore e la torbidità che ha. Fortunatamente l'odore di cloro ci tranquillizza un po'.
Il bello arriva all'ora di cena.
La sensazione è quella di essere i cugini d'America che arrivano da lontano a trovarti.
In effetti la percezione è corretta.
Il tavolo che ci preparano, a differenza di tutti gli altri, ha una lunga tovaglia bianca e un grande vaso in vetro con ninfee e candele galleggianti.
Il nostro (ormai) amico si scusa dicendoci che quello sarebbe il loro giorno di chiusura e che sarebbero aperti solo per una serata di bar e musica dal vivo.
Nonostante tutto non avremmo dovuto preoccuparci e avrebbero risolto in qualche modo.
Segue un concitato confronto tra figlio, mamma e nonna in cucina.
Da lontano mi 'intima' -"vi fidate?"
-"Of course, my friend", rispondo.
A sto punto la macchina organizzativa si mette in moto. La nonna inizia a passare due chili di piccole coscette di pollo, precedentemente marinate, in un mix di semi di sesamo, aglio, paprica dolce, e chissà quante altre cose. Step successivo una bella frittura veloce in olio bollente.
Fumanti, ci arrivano in tavola accompagnate con una 'sperlonga' di pomodori crudi affettati e guarniti con aglio. Tutti i sapori.
Spazzoliamo tutto come dei piranha assieme a una ottima birra locale.
I primi ospiti della serata musicale iniziano ad arrivare insieme al nostro Dusan, che ci tranquillizza (ma non ne capiamo il motivo) sul fatto che la musica sarà a basso volume e finirà al massimo alle 23.30!
Stanchi, sazi e appagati ringraziamo e auguriamo la buonanotte a tutti.
Ci addormentiamo con un ultimo regalo.
Dopo due o tre brani inglesi, tutta la serata prosegue, in nostro omaggio, con un repertorio di Ramazzotti, Pausini, Zucchero, Dalla, Modugno e via dicendo...

Ed io che speravo in una serata balcan...


Fine seconda parte.


Andrea
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Checco-79

Checco e Guido (t4 california '92, 2000 benzina/gpl)

Paolo

Ancora, ancora, ancora.... ;-))))
Mi pare di vederla, un'ambientazione di Mihaileanu...

Inviato dal mio LG-P990 con Tapatalk 2
T4 California 1.9 TD ABL
attualmente in Rovigo

piccola_madu

California Ocean
Ex Westfalia Freestyle

multivantd1

E vai Andrea !!!
Complimenti per il racconto.
A quando la terza parte?
Lunga vita ai nostri T4 !!

Gikkey

Grazie per il racconto Andrea, per me che son bloccato dal lavoro e dalla schiena leggere e tue parole e' un po' come viaggiare nella fantasia, continua ti prego, ho bisogno di assentarmi un po' :)

Ciao
G
Ciao
G

orsothomas

ciao Andrea
bei posti e bel modo di descrivere posti e incontri. Sono anch'io fresco di esperienza balcanica, a dirla tutta avevo già fatto una puntatina in Croazia ma risale ai tempi in cui i paesi dell'Est iniziavano poco dopo Muggia.
Il 25/8 partiamo da TN per Ancona dove ci imbarchiamo alle 16 sulla Sveti Stefan II per Bar. Le navi per Patrasso e Igoumenitsa sono piene, la nostra 10 auto + 1 una moto, a bordo c'è circa la parità tra equipaggio e passeggeri. Sonnecchio sul ponte, su una cassa di salvagenti, mentre il Conero sparisce all'orizzonte, il mare è fermo come dentro una piscina e dopo cena passo un'ora con mio figlio a naso in su, a cercare la stella polare. Alle 10 (2 ore di ritardo) sbarchiamo in Montenegro. Controllo in dogana: bagagliaio bene, persone ok. Cos'è quella cassa? Volevo dirgli "apra e assaggi" ma mi crede quando gli dico "chemical toilette". Andiamo allo Stari Maslina, l'olivo più vecchio d'Europa. MI fa tenerezza apprendere dal cartello che sia l'unica attrattiva turistica di Bar. Proseguo verso l'Albania, con ansia di Daria che eviterebbe volentieri, la nomea del paese delle aquile non è la migliore. Dal confine a Shköder si passa in tranquille campagne attraversate da una strada un buono stato, a livello delle nostre provinciali. Shköder (Scutari quando fu italiana) si presenta caotica quanto la nostra periferia romana o napoletana. Traffico lasciato alla libera interpretazione. Devi raccontare qualcosa a un amico che incroci per strada? Fermi la macchina, scendi e glie lo vai a dire. Faccio così anch'io per fotografare una moschea senza che nessuno storca il naso. Proseguiamo verso Honi i Hotit su una strada (grande cartello) frutto della cooperazione con l'Italia. Siamo noi quelli delle grandi incompiute o loro i levantini approssimativi? Di certo è che la strada, quando c'è, è una striscia di asfalto larga 4 corsie abbondanti ma priva di tutto: segnaletica orizzontale, verticale, parapetti ai ponti, guard rail, spartitraffico. Quando non c'è, la strada è una serie di buche nella ghiaia che congiunge 2 tratti asfaltati. Ricco di varietà il traffico: camion giurassici ma auto nuovissime (tantissimi gli "auto lavasz" ai lati della strada), carretti trainati da cavalli, buoi, muli e animali perfettamente a loro agio nell' attraversare per pascolare sull'altro lato. Ci sono +41°, un'afa da togliere il fiato, puntiamo verso Podgorica, carta d'id.+carta verde e voilà siamo in Montenegro. Poco dopo mi ferma la polizia. Doberdan. Anch'io doberdan. E poi? Esaurite le riserve linguistiche di entrambi, l'omino in uniforme mette le mani sul mio cruscotto e mi accende i fari, sorride e dice ciao, Italia. Ciao Montenegro! Sul lato montenegrino riusciamo a vedere il grande lago di Scutari che sul lato albanese si nascondeva nella foschia. La natura carsica ne influenza moltissimo il livello e l'aspetto, a volte è una boscaglia allagata, altre, molto belle, un tappeto di vegetazione gallenggiante sull'acqua. Puntiamo verso la costa montenegrina, strade  bellissime e ci accampiamo in un campeggio/oliveto con vista sull'isoletta/scoglio abitato di Sveti Stefan.

Pork, è finita la pausa pranzo! Ti racconto dopo del rientro in Trentino via terra, passando per Croazia, Bosnia & Slovenia.
Thomas


Andrea Ursic

Scusate, ma ci eravamo assentati per due settimane alpine 'defaticanti'  ;D


Terza parte

     La notte è volata via velocissima e al risveglio capiamo d'aver dormito come dei sassi.
Infatti, a fianco a noi, scopriamo una simpatica famigliola che deve aver montato bivacco a notte inoltrata.
Li trovo da subito interessanti, avranno la nostra età e l'equivalente in figli. Mi piace come si muovono, spartani nella giusta misura. Un vecchio Freelander con Maggiolina sul tetto e una Two seconds per la figliolanza. Ah, la cosa più importante. Noi stiamo andando in Grecia e loro sono greci. L'occasione è d'oro e non posso perderla. Parto, -"Hi!,... ..."
Vengo a sapere da subito che i nostri viaggi si stanno incrociando. Loro, appena partiti per salire, Scozia, questa volta. Noi, pronti per scoprire il meglio d'un paio delle isole ioniche.
Inizia col chiedermi un sacco di consigli affinché anche i trasferimenti siano una bella parte del viaggio. In risposta, senza avarizia, comincio a riempirgli e scrivere un sacco di note sui paesi che attraverserà e che conosco abbastanza bene, Slovenia, Croazia, Austria e Italia.
L'unico problema è orientarmi all'interno delle Lonely Planet scritte in... greco! 
Per me, il greco è al massimo una serie di simboli che ho usato in matematica e fisica, niente più. Con imbarazzo, in un modo o nell'altro, supero l'impresa.
È la volta del mio turno. Prima che inizi con le domande, è lui che mi racconta ancora qualcosa di loro. È uno a cui piace parlare. Ed io lo lascio fare...
Lui è un ingegnere elettrico, ed è nato a Lefkada (evvai!!! dobbiamo andare là...), la moglie è un insegnante e viene da Creta (non mi interessa ci siamo già stati :-) ). Come tantissimi, si sono conosciuti durante l'università, ad Atene, e da allora vivono là.

A questo punto inizio a vivere la crisi greca, senza ancora avervi messo piede.
Lui lavorava da quindici anni nell'equivalente della nostra Enel e progettava le reti di distribuzione per clienti europei. Chiavi in mano.
Inizia la sofferenza per l'azienda e viene messo a punto il piano di risanamento. 20000 esuberi. Tempo un mese e si ritrova a casa, grazie e arrivederci...
Nonostante tutto lo trovo molto sorridente e spensierato.
Per esorcizzare il momento di difficoltà mi dice che in fondo è felice perché quest'anno ha un sacco di 'tempo per le ferie'. Il lavoro di insegnante della moglie garantirà a lui e alla sua famiglia, il minimo di tranquillità necessaria per sopravvivere, in attesa di un nuovo impiego.
Quindi..., ha caricato tutto e tutti ed è partito!

Come dicevo, finiti i miei preziosi consigli di viaggio, iniziano i suoi.
Gli dico che per scendere, ci fermeremo per vedere le Metéore.
Ed ecco il primo: -"Mi raccomando quando arriverete là, l'ottanta percento dei turisti si ferma a Kalambaka. Voi mi sembrate l'altro venti, per cui arrivate fino a Kastraki (2,5 km più in su).
Campeggio delizioso con piscina"
Io sto tizio già lo adoro.
Il camping non solo era delizioso ma il paesino che lo ospita lo era ancora di più. E la cosa più d'effetto, era che i monoliti di granito sembrava che si potessero toccare da quanto erano vicini.

Per le isole invece, consigli non ce ne sono stati.
-"Siete mai stati su di un isola? Immagino di si"- mi chiede.
Rispondo affermativamente.
-"Beh, vi sarete accorti che le isole sono posti a se... L'orologio gira ad una velocità diversa. E voi dovete girare alla sua velocità. Lefkada poi, è la mia Isola. Come potrei escludere dei posti o consigliarvene degli altri?!?"
"È un giardino splendidamente fiorito. È un peccato strapparne un paio dei fiori come è peccato annusarne il profumo solo d'alcuni..."
"Le isole sono spazi confinati dal mare e non c'è niente di più piacevole del viaggio e della scoperta che poi termina al mare"
...
...

Fine terza parte.


Andrea
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Andrea Ursic

Il brutto tempo di questi giorni mi riporta con la mente a quel bellissimo viaggio...

Quarta parte

     Dopo un lungo girotondo di saluti e il caffè offertoci dal nostro caro Dusan, siamo già con le ruote del furgone in autostrada. La happy family greca in direzione nord, noi invece in cerca di tzaziki, verso sud.
Per quanto ci sforziamo di stare sereni non riusciamo a non pensare al confine con la Macedonia. La paura che il viaggio possa fine là, è tanta.

Vedendolo da lontano sembra uno di quei confini tra Messico e Stati Uniti. Dieci o più corsie con un centinaio d'auto a fila, un sacco di bandiere e improbabili tedeschi che fanno ritorno a casa (Grecia o Turchia) a bordo di teutoniche ammiraglie cariche da far paura.
Come mi capita di vedere spesso anche dalle mie parti, i numerosi immigrati che transitano per rientrare a casa, li riconosci facilmente. L'oggetto che meglio rappresenta il loro nuovo status sociale conquistato, sicuramente raggiunto con molta fatica e magari con grandissimo disagio, è l'automobile. Grande, potente, pulita, e possibilmente tedesca. Deve far rodere d'invidia chi è rimasto. Chi, a differenza di loro, non ha mollato tutto in cerca di una nuova vita e di nuove fortune.
Intervallate a queste, ci riportano alla realtà le poche Zastava e Dacia dei frontisti spinte a mano, per risparmiare ogni goccia della preziosa 91 ottani locale.

La colonna avanza lentamente.
Poco meno di un'ora ed è il nostro turno. Il copione questa volta già lo conosco e spero di trovarmi pronto nel caso qualcosa vada storto.
-"Zdravo" (mi gioco una delle sei parole che conosco, apprezzerà immagino...)
-"Zdravo, dokumenti ve molime"
Con un sorriso da ebete eseguo all'istante...
Inizia il momento più brutto. L'ansia mi sale. Mia moglie è immobile. Solo i bimbi, nella loro splendida ingenuità, continuano a giocare.
Scansiona il primo documento, il secondo, il terzo, ...
...-"Ve molime, parking na stranata, ...Please, park on the side"
Eseguo.
A questo punto la poliziotta, una bella ragazza dai tratti balcanici, prende tutti i documenti e parte spedita verso l'edificio centrale.
Passano quaranta minuti e il termometro segna 37°. Mi sento già tremendamente inguaiato per cui non penso minimamente ad accendere il motore e l'aria condizionata...
Nell'attesa abbiamo analizzato tutte le possibili alternative di vacanza. Sarà che l'atmosfera non è delle migliori ma tutte le soluzioni ci sembrano catastrofiche. E poi, enigma ancora più ansiogeno: ci rifaranno rientrare in Serbia o dovremo dormire in quei 50 metri di terra di nessuno finoacchè qualche nostro eroe dell'ambasciata non ci viene ad aiutare?
Decido di fare qualcosa, l'inoperosità mi sta consumando. Vado da un altro poliziotto a chiedere dov'è la "ragazza" e dove sono i miei documenti.
Mi indica l'edificio di prima e mi dice di cercare l'ufficio del "chief sheriff".
Trovato.
Busso, ma dalla porta spalancata, vedo già un impegnato confronto tra quello che deve essere il capo e la "mia ragazza".
Mi invitano ad entrare. Su uno schermo panoramico che avrà non meno di 24" (povertà macedone, penso, ndr) vedo il certificato d'identità di Filippo scansionato, una finestra con google e una con la pagina web del mio comune!!?!
Capisco subito. Stanno confrontando i simboli presenti sul certificato (lo stemma del mio comune: l'alabarda, ecc.) con quelli presenti sul sito. In più vedo un fax di risposta dal loro Ministero degli Esteri assieme al mio documento (cavolo penso, di domenica...)
Lo sguardo dei due che percepisco, è sereno. La mia "ragazza" mi guarda e mi sorride.
-"ci sono dei problemi" mi dice, -"sa che il documento del suo bambino non è idoneo?"
(nnoooo, eccchè vuole, ho passato tre confini senza problemi...)
Sono pronto al peggio, ma lei: -"aspettiamo solo un'ultima telefonata dalla sua ambasciata e poi può andare..."
Incredulo sorrido.
Neanche un minuto e il telefono squilla.
-"Da, da, ... , ..., zbogum!"
-"Tutto a posto", mi dice, -"c'è voluto un po' di tempo, ci dispiace. Avremmo dovuto negare l'ingresso a Filippo ma siamo un paese moderno e con un po' di volontà si sistema tutto. Buone vacanze"
Ora sono incredulo e anche senza parole. Vorrei abbracciarla ma mi sembra eccessivo. Mi limito a un grazie e a una stretta di mano data con tutto il calore di cui sono capace.
Cerco di ricompormi nel minor tempo possibile per giocare un brutto scherzo a mia moglie che è fuori ad attendermi.
Nonostante lo sforzo, appena mi affaccio dalla porta, dal furgone vedo Fabia che sorride.
Qualche muscolo facciale deve avermi tradito. Non fingo oltre e anch'io mi lasciò andare in una risata liberatoria, esorcizzante.
Entrambi sappiamo che la vacanza la faremo in Grecia, paese UE che nulla avrà d'eccepire sui nostri documenti.

Ci separano soltanto duecento chilometri di natura e tranquillità.


Fine quarta parte.


Andrea
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Lore _ FromTheSpace

VW T4 1.9 TD California, anno 1994, detto..  .."Il Mezzo"
> Inferno e Nirvana, il primo brucia il mondo se il secondo si allontana <

Gikkey

Ciao
G

Meneghel

Complimenti per il racconto!
Le frontiere generano una sorta di tachicardia nell'ignaro viaggiatore t4ista. Cosa mi succederà questa volta? Disavventure ne ho avute tante, forse perchè la mia faccia da delinquente ispira mala del Brenta.
Lo scorso inverno con un amico stavamo rientrando da un giretto in Svizzera, più precisamente Locarno. Bella città e tanta gnocca.
Ore 21, accompagnati da una pioggerellina simpatica ci avviciniamo alla frontiera in direzione Italia. Dei baldi finanzieri Italiani ci osservano avanzare lentamente. Sarà l'età dell'equipaggio, 50 anni complessivi o poco più, sarà la scatoletta di sigari sul cruscotto, sarà l'aria da banditi, barba e capelli lunghi, sarà... ma  dopo aver osservato i documenti appare le famigerata paletta, accompagnata dalla frase "accosti prego".
I nostri baldi uomini in divisa avranno si e no la nostra età e ciò rende la cosa è ancora più buffa e goffa, piove, fa freddino e non c'è nessuno che passa. Chiedono gentilmente se fumiamo. Il mio compare sperando di concludere nel più breve tempo possibile quel colloquio nega, peccato per i sigari sul cruscotto, lo guardo e vorrei sotterrarlo. A quel punto comincia la perquisizione del mio verdone t4 e come nelle migliori scene da film si annusa nell'aria qualcosa.
Al contrario delle aspettative l'ispezione dura più o meno circa cinque secondi:
il finanziera apre il portellone laterale e attratto da non si sa cosa si dirige velocemente verso l'armadietto sotto i fornelli  e... apre di scatto la porta. Saranno state le curve fatte in precedenza ma salta fuori una confezione di uova che magicamente non solo cade al suolo, ma nel volo si apre e i gusci si rompono picchiando tra loro. Il contenuto si sfracella sul pavimento in moquette disperdendo il prezioso contenuto.
A me scappa un "bene!", il mio compagno di viaggio comincia un labbiale indecoroso in cui alternava i santi e la madonna.
Non faccio a tempo a girarmi che i tre ragazzotti in divisa sono spariti, uno di loro allontanandosi mi parla di schiena: "vada pure". Beh, ho passato un po' di minuti a raspare il pavimento con carta, acqua, e tutto quello che avevo a disposizione. Risultato? Con immensa soddisfazione una sorta di cremina simile alla maionese usciva dal pavimento. Il viaggio è continuato con un pregevole aroma di "freschin e vovi sdolsi" altresì detto odore di cena pesante di cipolla e uova, composti solfurei pervadono il furgone.
Non tutto il male viene per nuocere!
Tornato a casa ho tolto con una certa foga la moquette e l'ho sostituita con un pavimento bellissimo in pvc finto granito come i mobili.
Sani a tutti

Sandro