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Creta 2016

Aperto da belvero, Agosto 02, 2016, 02:40:30 PM

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0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questa discussione.

Marchinovis

Complimenti, che bei posti e che bel mare!  :)
È  calda l'acqua? E vento forte c'è né?  ::)
Meglio 1000 stelle nel cielo che 5 sulla porta dell'hotel!!!
Rino il camperino : Marco Francesca Lorenzo e Luca. ROMA

belvero

Siamo a Frangokastello adesso. Mare calmo finalmente dopo 5 giorni di meltemi. Raffiche di vento hanno messo a dura prova il telo. Mare caldo. Pochi pesci pero'

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Barberino Tavarnelle (FI)

belvero

Elafonissi una favola ragazzi. Una favola



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Barberino Tavarnelle (FI)

FIX

Ma quanto stai in vacanza??!!!
Due mesi?
Che invidia...

belvero

Mercoledì si comincia a rientrare verso il Pireo.  Un mese pieno. Oggi mare grosso a kissamos



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Barberino Tavarnelle (FI)

stefanot4

Come vanno i pannelli?... Pannellano???  ;D ;D ;D

Ciao a tutti,
Stefano
Ciao a tutti,
Stefano

belvero

I pannelli fanno il loro lavoro. Frigo sempre acceso e batteria mai sotto i 11.5v
Un paio di camperisti mi hanno chiesto che roba e'. Io ho risposto che e' roba aeronautica
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Barberino Tavarnelle (FI)

Marchinovis

GRANDE!!!
...e complimenti  x i bimbi che vi seguono !
Meglio 1000 stelle nel cielo che 5 sulla porta dell'hotel!!!
Rino il camperino : Marco Francesca Lorenzo e Luca. ROMA

amazigh

Citazione di: belvero il Agosto 27, 2016, 02:10:26 PM
Mercoledì si comincia a rientrare verso il Pireo.  Un mese pieno. Oggi mare grosso a kissamos



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Ciao
Non perdeteVi Balos!
È a 2 passi!
" Vecchio Cammello "
( California Advantage anno 2000 - 2.5Tdi - 102Hp )

belvero

Bene, prima di partire per le Cicladi di quest'anno, vi spiego la Creta dello scorso anno.
Se qualcuno andasse in terra ellenica e ci vuol trovar spunto si accomodi.
Erano 3 anni che volevo portarci la truppa e alla fine la moglie ha ceduto, il piccolo ha quasi 4 anni, la grande quasi 7, dice che posson reggere un viaggio di 2 notti andata + 2 notti ritorno.
Partiamo carichi una sera dopocena e dormiamo come al solito al parcheggio delle grotte di Frasassi. Solo 4 giorni prima avevano inaugurato un bel tratto della Perugia – Ancona che evita finalmente di salire su a Casacastalda da Valfabbrica. In 2 ore e mezza sono alle grotte e mi stendo quando tutti gia' dormono.
Il giorno dopo con calma si va' in porto per imbarcarci. Dopo 4 viaggi con Minoan, scelgo Anek. Il biglietto lo avevo fatto a marzo e sicuramente, indubbiamente, assolutamente, se possibile, mi rimuovero' con Anek. Ho il camping on board, soluzione mai provata e dalle letture varie, capisco che la botta di cvlo sarebbe ritrovarsi di fianco ai finestroni, mentre nel mezzo o proprio in cima si rischia di sentire un gran caldo, soprattutto niente vento e ricircoli d'aria. Tutto dipende dal parcheggiatore. Siamo in fila, moltissime auto, molti camper, tanti nordici, austriaci, francesi, tedeschi. Mi accodo a degli austriaci con roulotte e li seguo e con gran sorpresa mi piazzano proprio sul lato della nave, con finestrone al fianco, godo, attacco la corrente, alzo il tetto e saliamo su sulla nave, mentre altri camper e auto vengono sistemati dai parcheggiatori. E' andata bene.
Il viaggio è piacevole e confortevole, possiamo scender giu' a prendere quaderni e matite per i bimbi, guardare il mare. La nave è leggermente piu piccola della Minoan, l'equipaggio è tutto greco, la cucina greca, birra greca ah bene, si prencipia subito ad ambientarci. Nel garage ci sono anche delle macchine con tenda sul portabagagli, una soluzione interessante. Non Maggiolina o Overcamp, ma proprio un portabagagli con un ripiano di compensato e sopra aperta una tenda 5 seconds della Decathlon.
Alle 3 di pomeriggio siamo a Patra, la notte è trascorsa tranquilla, e ad Igoumenitsa son scesi quasi tutti. Ci dileguiamo verso Diakofto, la tappa assolutamente imperdibile di ogni viaggio greco.
Ci aspettano la spiaggetta di ciottoli con doccia e altri vagabondi motorizzati. Faccio il pieno di gasolio a 0,4 euro/litro in meno che in Italia.
Il giorno dopo ci avviamo verso Atene per imbarcarci alla volta di Creta.
Ci fermiamo a pranzo a Corinto, per vedere il canale e i suoi ponti sommergibili, si che ci son 2 ponti agli estremi del canale che vanno giu' al passaggio delle barche, sotto il livello di pescaggio e poi riemergono, portando fuori pescetti che i gabbiani si apprestano a divorare.
Impressionante il taglio nella roccia, grande opera.
Atene è un labirinto. Appare da lontano, al calar della sera, motorini ronzanti, auto fumanti. Gente a piedi, palazzi, casette, qualche ciglio incendiato. Tutto molto secco, il verde che si vede sono gli agrumi che fanno ombra sui marciapiedi.
Arriviamo per la stessa strada dello scorso anno. Poi ci tuffiamo giu' verso il Pireo, i cartelli mancano, la translitterazione ci confonde, Pireas, Paireieus non c'è verso di capire dove andare, poi riconosco un incrocio dove ero passato l'estate scorsa, inverto e mi imbottiglio nel traffico. Lentissimi arriviamo in uno sbocco a mare con grandi cancelli e grosse navi ormeggiate. Grande fortuna vuole che sia il nostro molo, Anek in partenza per Creta e Cicladi. Cambio i biglietti al chiosco e mi fanno entrare subito dentro. Mentre molti li fan salire su, a me mi dicono di andar giu.
Giu', sotto il livello del galleggiamento mi pare, c'è una sottostiva per i castigati forse, insomma mi dicono di scender li, ci saranno 40 posti auto. Sotto c'è l'olio di sentina e la lamiera che ci separa dal mare mi immagino. Caldo becco. Chiudo tutto e salgo in coperta.
Non capisco perchè abbiano insistito a stiparmi laggiu' all'inferno, la nave è talmente grande..
Abbiamo la cabina prenotata e una signora gentilissima della reception ci accompagna fino in cabina. Usciamo sul ponte e troviamo una grande sala all'aperto con tanti tavoli e sedie, sembra una taverna sul ponte della nave. Ceniamo con i nostri stuzzichini, circondati da grande folla che si stringe fra i tavoli. Al tramonto si salpa, la nave è piena, strapiena , ecco perchè sfruttavano ogni angolo in stiva, non sento altre parole se non greche. Le luci di Atene che si allontanano e il Partenone che sovrasta la citta' sono uno spettacolo.
Alle 8 siamo a Chania o meglio a Souda il porto. Sembra tutto calmo e silenzioso. La famiglia scende a piedi, io provo a recuperare il T4 dallo sfintere della nave. Aprono i portelli e accendono le ventole, ma è un caldo umido roba da giungla. Apro i finestrini, guardo il termometro della LIDL che ho sul cruscotto che ha registrato la temperatura massima raggiunta 57 gradi, urca.
Svicolo fuori, raccolgo la truppa e via, siamo a Creta.
Decidiamo di lasciare Chania agli ultimi giorni e andiamo verso est, arrivando fino a Rethimno che superiamo e ci piazziamo al camping Elizabeth, direttamente sul mare, posto placido e tranquillo ma circondato da alberghi con piscine e turisti nordicissimi bianchi come le gallette o ustionati dal sol cocente. Uno di quei posti che potrebbe essere la Costa Brava o la riviera romagnola, Tenerife o l'Algarve. Negozi che vendono tutti la medesima roba di plastica, paninoteche, taverne sulla strada.
Ecco, la prima impressione della costa nord di Creta è questa. Non molto positiva, ma lo immaginavo ed è per questo che la facciamo subito. Sono stati costruiti metri cubi di cemento ovunque, chi poteva s'è fatto la sua casa, chi un alberghetto, l'investitore straniero ha tirato su il resort. Il mare è bello, la spiaggia fine, i nidi delle tartarughe sono censiti e sorvegliati quotidianamente dai volontari, che dormono nel camping.
Il campeggio è una piccola oasi di verde, i ragazzi girano in bici fra i fichi e fanno un rifugio nel boschetto di canne di bambu'. La gestione è familiare e alla taverna si mangia bene.
Dopo due giorni di relax si riparte per andare verso Cnosso. Prima ci arrampichiamo sui monti fino a Maroulas, un paesino medievale, nel camping abbiamo visto la pubblicita di una signora che produce creme e raccoglie erbe medicinali. Visitiamo il suo piccolo negozio e poi pranziamo da Katerina. Agnello stufato con vista mozzafiato. Di fianco un pastore pelosissimo governa le sue capre.
Visitiamo Cnosso nella canicola pomeridiana. Armati di cappello e acqua ci aggiriamo fra le bellissime rovine, i dipinti ridipinti, la sala del trono e le effigi del minotauro, mia figlia, da grande appassionata di storie greche rimane di sasso. Impressionanti gli orci di 3 metri. Si cerca il labirinto, ma non si trova, intanto volano i Canadair sulla nostra testa e vediamo del fumo in lontananza.
Si riparte dopo un succo d'arancia ghiacciato spremuto al momento. Sempre verso est.
Superiamo i bivi che porterebbero sull'altopiano di Lassithy, sarebbe bello, ma andiamo avanti, vogliamo la zona selvaggia, il mare blu. Ci fermiamo a Istro per la notte sul mare in un parcheggio al bordo di un campo sportivo, l'immancabile doccia sulla spiaggia, poi un signore ci chiama, ci offre raki e fichi secchi. Ecco, questa è l'ospitalita' cretese. Ci indica un posto per andare a cena, roba da camionisti, sulla strada, gran parcheggio, poca spesa molta resa, ceniamo alla grande con 30 euro in 4. Ah bene. Torniamo a piedi al T4, alzo il tetto e si dorme sotto la tamerice.
Il giorno dopo sempre diretti a est arriviamo a Sitia, una cittadina piuttosto inutile, un porto e un aeroporto rivolti verso le isole del dodecanneso. Subito dopo il paesaggio cambia repentino, diventa molto arido, gli olivi hanno l'impianto di irrigazione, le campagne son brulle e asciutte e tutto diventa color ocra. Siamo diretti alla spiaggia di Vai, una foce di un fiume punteggiato di palme. Uno dei piu' grandi palmeti europei con una gran spiaggia. Arrivati mi accorgo che c'è un sacco di gente, ombrelloni, ristorante, via via ora si punta a nord e dopo 3 km arriviamo a Itanos, un sito archeologico sul mare. Spiaggia tranquilla qualche macchina e un vecchio cretese barbuto che sorveglia tutto e tutti. Lui sta seduto a sorseggiare il suo caffe' in un antro fra un tavolo e un cespuglio spinoso, all'ombra di una palma. Abita li a 100 metri in linea d'aria, è il custode della baia e dei ruderi. Il mare è calmo, la spiaggia fine e bianca, ci piazziamo in questo angolo di paradiso e ci restiamo per 2 notti. Tiro fuori il SUP, ma non ci metto mano, non c'è verso di stare in piedi, penso che è troppo piccolo, o io son proprio negato, fatto sta che mia moglie ci sale e va, con i figli anche, tutti in gita. Maremma gatta che rabbia. Una notte si alza un gran vento, il telo sembra una bandiera, la moglie scende a valle coi ragazzi, io chiudo il tetto e mi metto fuori sulla mia fida brandina rossa nel sacco a pelo. Notte di tempesta, il temuto meltemi? Il vento è fresco e siamo in una punta a nord, puo' essere. La mattina il vento si calma e scivoliamo verso sud.





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Barberino Tavarnelle (FI)

Igna

Citazione di: belvero il Luglio 12, 2017, 02:09:05 PM
Bene, prima di partire per le Cicladi di quest'anno, vi spiego la Creta dello scorso anno.
Se qualcuno andasse in terra ellenica e ci vuol trovar spunto si accomodi.
Erano 3 anni che volevo portarci la truppa e alla fine la moglie ha ceduto, il piccolo ha quasi 4 anni, la grande quasi 7, dice che posson reggere un viaggio di 2 notti andata + 2 notti ritorno.
Partiamo carichi una sera dopocena e dormiamo come al solito al parcheggio delle grotte di Frasassi. Solo 4 giorni prima avevano inaugurato un bel tratto della Perugia – Ancona che evita finalmente di salire su a Casacastalda da Valfabbrica. In 2 ore e mezza sono alle grotte e mi stendo quando tutti gia' dormono.
Il giorno dopo con calma si va' in porto per imbarcarci. Dopo 4 viaggi con Minoan, scelgo Anek. Il biglietto lo avevo fatto a marzo e sicuramente, indubbiamente, assolutamente, se possibile, mi rimuovero' con Anek. Ho il camping on board, soluzione mai provata e dalle letture varie, capisco che la botta di cvlo sarebbe ritrovarsi di fianco ai finestroni, mentre nel mezzo o proprio in cima si rischia di sentire un gran caldo, soprattutto niente vento e ricircoli d'aria. Tutto dipende dal parcheggiatore. Siamo in fila, moltissime auto, molti camper, tanti nordici, austriaci, francesi, tedeschi. Mi accodo a degli austriaci con roulotte e li seguo e con gran sorpresa mi piazzano proprio sul lato della nave, con finestrone al fianco, godo, attacco la corrente, alzo il tetto e saliamo su sulla nave, mentre altri camper e auto vengono sistemati dai parcheggiatori. E' andata bene.
Il viaggio è piacevole e confortevole, possiamo scender giu' a prendere quaderni e matite per i bimbi, guardare il mare. La nave è leggermente piu piccola della Minoan, l'equipaggio è tutto greco, la cucina greca, birra greca ah bene, si prencipia subito ad ambientarci. Nel garage ci sono anche delle macchine con tenda sul portabagagli, una soluzione interessante. Non Maggiolina o Overcamp, ma proprio un portabagagli con un ripiano di compensato e sopra aperta una tenda 5 seconds della Decathlon.
Alle 3 di pomeriggio siamo a Patra, la notte è trascorsa tranquilla, e ad Igoumenitsa son scesi quasi tutti. Ci dileguiamo verso Diakofto, la tappa assolutamente imperdibile di ogni viaggio greco.
Ci aspettano la spiaggetta di ciottoli con doccia e altri vagabondi motorizzati. Faccio il pieno di gasolio a 0,4 euro/litro in meno che in Italia.
Il giorno dopo ci avviamo verso Atene per imbarcarci alla volta di Creta.
Ci fermiamo a pranzo a Corinto, per vedere il canale e i suoi ponti sommergibili, si che ci son 2 ponti agli estremi del canale che vanno giu' al passaggio delle barche, sotto il livello di pescaggio e poi riemergono, portando fuori pescetti che i gabbiani si apprestano a divorare.
Impressionante il taglio nella roccia, grande opera.
Atene è un labirinto. Appare da lontano, al calar della sera, motorini ronzanti, auto fumanti. Gente a piedi, palazzi, casette, qualche ciglio incendiato. Tutto molto secco, il verde che si vede sono gli agrumi che fanno ombra sui marciapiedi.
Arriviamo per la stessa strada dello scorso anno. Poi ci tuffiamo giu' verso il Pireo, i cartelli mancano, la translitterazione ci confonde, Pireas, Paireieus non c'è verso di capire dove andare, poi riconosco un incrocio dove ero passato l'estate scorsa, inverto e mi imbottiglio nel traffico. Lentissimi arriviamo in uno sbocco a mare con grandi cancelli e grosse navi ormeggiate. Grande fortuna vuole che sia il nostro molo, Anek in partenza per Creta e Cicladi. Cambio i biglietti al chiosco e mi fanno entrare subito dentro. Mentre molti li fan salire su, a me mi dicono di andar giu.
Giu', sotto il livello del galleggiamento mi pare, c'è una sottostiva per i castigati forse, insomma mi dicono di scender li, ci saranno 40 posti auto. Sotto c'è l'olio di sentina e la lamiera che ci separa dal mare mi immagino. Caldo becco. Chiudo tutto e salgo in coperta.
Non capisco perchè abbiano insistito a stiparmi laggiu' all'inferno, la nave è talmente grande..
Abbiamo la cabina prenotata e una signora gentilissima della reception ci accompagna fino in cabina. Usciamo sul ponte e troviamo una grande sala all'aperto con tanti tavoli e sedie, sembra una taverna sul ponte della nave. Ceniamo con i nostri stuzzichini, circondati da grande folla che si stringe fra i tavoli. Al tramonto si salpa, la nave è piena, strapiena , ecco perchè sfruttavano ogni angolo in stiva, non sento altre parole se non greche. Le luci di Atene che si allontanano e il Partenone che sovrasta la citta' sono uno spettacolo.
Alle 8 siamo a Chania o meglio a Souda il porto. Sembra tutto calmo e silenzioso. La famiglia scende a piedi, io provo a recuperare il T4 dallo sfintere della nave. Aprono i portelli e accendono le ventole, ma è un caldo umido roba da giungla. Apro i finestrini, guardo il termometro della LIDL che ho sul cruscotto che ha registrato la temperatura massima raggiunta 57 gradi, urca.
Svicolo fuori, raccolgo la truppa e via, siamo a Creta.
Decidiamo di lasciare Chania agli ultimi giorni e andiamo verso est, arrivando fino a Rethimno che superiamo e ci piazziamo al camping Elizabeth, direttamente sul mare, posto placido e tranquillo ma circondato da alberghi con piscine e turisti nordicissimi bianchi come le gallette o ustionati dal sol cocente. Uno di quei posti che potrebbe essere la Costa Brava o la riviera romagnola, Tenerife o l'Algarve. Negozi che vendono tutti la medesima roba di plastica, paninoteche, taverne sulla strada.
Ecco, la prima impressione della costa nord di Creta è questa. Non molto positiva, ma lo immaginavo ed è per questo che la facciamo subito. Sono stati costruiti metri cubi di cemento ovunque, chi poteva s'è fatto la sua casa, chi un alberghetto, l'investitore straniero ha tirato su il resort. Il mare è bello, la spiaggia fine, i nidi delle tartarughe sono censiti e sorvegliati quotidianamente dai volontari, che dormono nel camping.
Il campeggio è una piccola oasi di verde, i ragazzi girano in bici fra i fichi e fanno un rifugio nel boschetto di canne di bambu'. La gestione è familiare e alla taverna si mangia bene.
Dopo due giorni di relax si riparte per andare verso Cnosso. Prima ci arrampichiamo sui monti fino a Maroulas, un paesino medievale, nel camping abbiamo visto la pubblicita di una signora che produce creme e raccoglie erbe medicinali. Visitiamo il suo piccolo negozio e poi pranziamo da Katerina. Agnello stufato con vista mozzafiato. Di fianco un pastore pelosissimo governa le sue capre.
Visitiamo Cnosso nella canicola pomeridiana. Armati di cappello e acqua ci aggiriamo fra le bellissime rovine, i dipinti ridipinti, la sala del trono e le effigi del minotauro, mia figlia, da grande appassionata di storie greche rimane di sasso. Impressionanti gli orci di 3 metri. Si cerca il labirinto, ma non si trova, intanto volano i Canadair sulla nostra testa e vediamo del fumo in lontananza.
Si riparte dopo un succo d'arancia ghiacciato spremuto al momento. Sempre verso est.
Superiamo i bivi che porterebbero sull'altopiano di Lassithy, sarebbe bello, ma andiamo avanti, vogliamo la zona selvaggia, il mare blu. Ci fermiamo a Istro per la notte sul mare in un parcheggio al bordo di un campo sportivo, l'immancabile doccia sulla spiaggia, poi un signore ci chiama, ci offre raki e fichi secchi. Ecco, questa è l'ospitalita' cretese. Ci indica un posto per andare a cena, roba da camionisti, sulla strada, gran parcheggio, poca spesa molta resa, ceniamo alla grande con 30 euro in 4. Ah bene. Torniamo a piedi al T4, alzo il tetto e si dorme sotto la tamerice.
Il giorno dopo sempre diretti a est arriviamo a Sitia, una cittadina piuttosto inutile, un porto e un aeroporto rivolti verso le isole del dodecanneso. Subito dopo il paesaggio cambia repentino, diventa molto arido, gli olivi hanno l'impianto di irrigazione, le campagne son brulle e asciutte e tutto diventa color ocra. Siamo diretti alla spiaggia di Vai, una foce di un fiume punteggiato di palme. Uno dei piu' grandi palmeti europei con una gran spiaggia. Arrivati mi accorgo che c'è un sacco di gente, ombrelloni, ristorante, via via ora si punta a nord e dopo 3 km arriviamo a Itanos, un sito archeologico sul mare. Spiaggia tranquilla qualche macchina e un vecchio cretese barbuto che sorveglia tutto e tutti. Lui sta seduto a sorseggiare il suo caffe' in un antro fra un tavolo e un cespuglio spinoso, all'ombra di una palma. Abita li a 100 metri in linea d'aria, è il custode della baia e dei ruderi. Il mare è calmo, la spiaggia fine e bianca, ci piazziamo in questo angolo di paradiso e ci restiamo per 2 notti. Tiro fuori il SUP, ma non ci metto mano, non c'è verso di stare in piedi, penso che è troppo piccolo, o io son proprio negato, fatto sta che mia moglie ci sale e va, con i figli anche, tutti in gita. Maremma gatta che rabbia. Una notte si alza un gran vento, il telo sembra una bandiera, la moglie scende a valle coi ragazzi, io chiudo il tetto e mi metto fuori sulla mia fida brandina rossa nel sacco a pelo. Notte di tempesta, il temuto meltemi? Il vento è fresco e siamo in una punta a nord, puo' essere. La mattina il vento si calma e scivoliamo verso sud.






Ohhh questi sono i miei post preferiti: resoconti, dettagli, racconti e fotografie. Soprattutto alla vigilia delle vacanze. Non a settembre...che sarò abbruttito. Adesso!!!!


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T5 California Beach 2000tdi 102cv, 2012
ex - T4 California Coach 1900td, 1996 (verdino)
ex- T4 California Coach 1900td, 1995 (bianchino)

Milano città.

belvero


Superiamo picchi alti e rocciosi e paeselli placidi dediti all'agricoltura, qualche serra nelle zone pianeggianti, ma l'olivo la fa da padrone, olivi ovunque. Da olivicoltore (per hobby) riconosco che sono della razza che produce olive che frante somigliano all'olio toscano, la storia che mi aveva descritto un contadino nel Peloponneso anni fa. L'Italia è il cliente prediletto, il commerciante eccelso dell'oro verde. Gli italiani comprano a 4,5 €/kg se l'oliva è di un certo tipo, quindi tutti piantano quel tipo li'. Gli altri, con oliveti millenari, riescono a vendere il loro olio a 3€/kg.
L'olio arriva in Italia e trasformato, purgato con la clorofilla, mischiato con altri oli (di oliva) viene venduto a 6-8 o anche 10 €\kg
Arriviamo a Xerocampos che ci sembra un miraggio nel sole accecante del pomeriggio. Estremo sud est. Parcheggiamo sulla strada fra spiaggia e una taverna. Rimarremo qui per 2 giorni. Il mare è calmo, il vento non soffia, la taverna è buona, molte famiglie, tutte greche con bimbi al seguito, siamo fuori dai circuiti turistici e ci piace. Col SUP  e un materassino andiamo ad esplorare la costa e scopriamo dietro un promontorio una caletta dove tutti si spalmano la sabbia addosso. Incuriositi ci avviciniamo e scopriamo che non è sabbia, ma argilla. La costa digrada a mare con una muraglia di argilla. Prendiamo pezzi di sassi e bagnandoli con il mare si scioglie in una poltiglia che tutti si spalmano addosso. Chiaramente ci facciamo i fanghi anche noi. Due giorni di cura per la pelle e siamo rinati come le serpi che abbandonano la vecchia pelle in primavera.
Il cameriere della taverna è un albanese che come molti lavorano nella ristorazione greca, conosce l'italiano, ci spiega che d'inverno tutti lavorano nei campi, l'agricoltura è qualche mese avanti alla nostra italiana, con le serre poi si raggiungono traguardi prematuri che sono ben pagati dalla lontana europa.
Una mattina, mentre armeggio con questo dannato sup, conosco una signora che mi chiede di cosa si tratta, parla italiano, vorrebbe prenderne uno per la figlia, che ha 4 anni, ci mettiamo a parlare e mi racconta che ha studiato a Bologna e lavorava in banca ad Atene. E' in vacanza con marito e figlia nel posto piu' tranquillo di tutta Creta dice lei. Lavorava per la filiale imprese di Intesa ad Atene, che vista la crisi  ha chiuso e mandato tutti a casa. Le chiedo se è finita, se la Grecia si risollevera', se ritrovera' lavoro. Lei risponde che non è finita qui e le prospettive sono tutt'altro che rosee. Le credo.
Riprendiamo la strada che ci porta verso l'aspra costa sud. Subito la strada sale e sale e ancora, un passo altissimo fra capre e cieli blu, paesini sperduti e coltivazioni di tutti i tipi, basi aeree, radar e strade polverose
Poi scendiamo fino al mare e proseguiamo sulla litoranea verso Ierapetra, qui ci sono un sacco di serre, ma veramente tante, hanno costruito serre dappertutto e dentro c'è qualsiasi tipo di verdura, ma la sorpresa piu' grossa sono le banane, serre di banane, con alberi che quando crescono sfondano le plastiche a copertura e poi tolgono le strutture, levano la plastica e rimane quest'oasi verde di piante di banane, uno spettacolo. Banane in Europa. Buonissime, dolci, piccole, non quei siluri Ciquita.



Ci fermiamo in campeggio, che abbiamo bisogno di fare una lavatrice e scaricare il cesso.
Il camping Katsounari, non è proprio vicino al paese, ma è un buon punto di appoggio per visitare l'isoletta di Chrisi. Per la strada avevamo ritrovato Roberto, un barese con la sua smart da solo, che avevamo incontrato anche a Itanos e Xerocampos, stiamo facendo lo stesso giro, lo ritroviamo anche in campeggio. Fotografo, navigatore, in cerca di pace dopo una delusione amorosa, gentile e affabile, lo invitiamo a cena. Lui si presenta con una conchiglia da urlo e una marea di frutti di mare. Gran pescatore subacqueo, come molti pugliesi, ci cuoce quello che ha pescato. I bambini sono affascinati ma non assaggiano nulla, noi facciamo festa e annaffiamo tutto col mio vino.
La  mattina dopo ci alziamo e prendiamo il primo autobus per Ierapetra per poi prendere il primo traghetto per Chrissi. In campeggio ci consigliano di essere presto sull'isola, prima che arrivi la ressa. Infatti partiamo per primi, quando gia' sul molo si affollano stormi di naviganti armati di zaini e ombrelloni. L'isola è una riserva naturale, è vietato il campeggio, accendere fuochi e portar via conchiglie e altro.
40 minuti di traversata. Siamo i primi, ma mi accorgo che ci sono gia' altri.
All'arrivo, dopo un molo minuscolo,c'è una taverna e qualche ombrellone di paglia piantato, lettini e alle spalle un bosco di cedri millenari contorti dal vento, dal sole e dal mare che qui è impietoso.
La sabbia è fine e se guardo meglio non è sabbia, ma conchiglie, la spiaggia è formata da milamiliardi di minuscole conchiglie. Ci addentriamo nel bosco per sfuggire a chi ci segue e fra gli alberi, all'ombra, una miriade di tende, tutti ragazzi greci, che se ne infischiano, quella è la loro vacanza, la notte rimangon soli come dei Robinson Crusoe di fronte al mar Libico. Troviamo una spiaggetta a est con gran mare e magnifico fondale, trovo pezzi di anfore, pesci, ma non molti, un polpo. Bighelloniamo sulla spiaggia come dei naufraghi, i ragazzi si ruzzolano fra le conchiglie e con le maschere esploriamo tutta la baia. Nessuno in vista, solo noi. Pranziamo con panini e frutta che ci siamo portati da Ierapetra. Mentre scavo nel bagnasciuga trovo una catena, scavo ancora, la catena cede e tiro fuori un ancora da 5kg, roba da gommoni. I ragazzi entusiasti e increduli, io pure. Gli racconto che è l'ancora del vascello pirata, e che il tesoro è meglio lasciarlo li, torneremo coi rinforzi. L'ancora anche l'abbandono. Rientriamo cotti e felici col primo rientro delle 15.30.



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Barberino Tavarnelle (FI)

belvero

Ripartiamo dopo un giorno di relax, il mare di fronte non è un gran che, subito profondo, ciottoli, Roberto ci dice che non è neanche troppo pescoso. Strana questa assenza di pesci dice lui, se la spiega col fatto che molti pesci di media taglia viaggiano lungo le coste o fra isole e isole in cerca di vegetazione e cibo, mentre Creta essendo cosi' lontana da tutto, non attira bestie in cerca di cibo, le distanze son troppe dice lui.
Superiamo una distesa di serre impressionanti ed arriviamo a Mirtos, un placido paesino con un imbuto strettissimo da superare per continuare lungo la costa. Oltre la strada è stretta e a strapiombo, spiaggette isolate, casupole di vacanza , qualche pescatore con barchetta tirata a secco, zona molto selvaggia e poco battuta. Ci fermiamo a Tertsa per un bagno e per pranzare. Taverna mondiale, con piedi sulla sabbia all'ombra delle tamerici, ci tuffiamo a mare, doccia sulla sabbia, poi a sedere col costume a pranzo, gran piatto di agnello, patate e korta, una verdura che trovo solo in Grecia. Ma dove si sta meglio di cosi'? Spesa sui 30 euro in 4. Nessun confronto puo' reggere.
Ritroviamo Roberto che si ferma anche lui a pranzo, poi si fermera' qui per una settimana, una piccola comunita' hippie lo accogliera'.
Noi proseguiamo, i ragazzi si addormentano e io guido risalendo in collina e riscendendo verso il mare. In questa zona i posti per fermarsi in libera abbondano, potresti starci dei mesi ed avere tutto a portata di mano, paeselli, negozi, mare blu. Arriviamo a Tsoutsourou e ci concediamo un bagno
Il vento è forte e si sa' il vento innervosisce, il paese non ha molto da offrire.



Proviamo a salire in collina a cercare rifugio. A sera inoltrata, dopo aver passato una decina di paeselli caratteristici, ma deserti, troviamo una taverna che ci concede anche di rimanere a dormire nel parcheggio. Il vento infuria, ormai è buio, decido di ritornare a sud sul mare sperando di trovare un angolo riparato.
La strada diventa sterrata, 20 km di pista al buio con vento da tempesta. Nessuno per strada, siamo diretti a Lentas. Arriviamo dopo un ora e qui il vento forse è ancora piu' forte, in paese c'è un Panaghiri, la festa paesana, gente a ballare, fumi di souvlaki sulle griglie, fra il veno e la musica non so come riparare. Nel frattempo i ragazzi si sono addormentati. Io mi metto a cercare un rifugio, di fianco a una serra, accanto a un muro, alla fine, esausto mi fermo su un tornante sterrato di fianco a delle capre, qui pare che il vento sia piu debole, alzo il tetto e mi addormento. La notte sento passare la gente del posto che ritorna dal panaghiri. La mattina siamo impolveratissimi e i bambini mi dicono -babbo ma dove siamo?-  ah non saprei, ci muoviamo per andare a cercare un posto per far colazione e a Diskos. Qui c'è un negozietto e un ristorantino gestito da una coppia di tedeschi dediti a surf, canyoning, vela e tutti gli sport estremi disponibili, il posto è caratteristico e ci fermiamo per un bagno. Sulla spiaggia ci saranno una sessantina di tende, tutti ragazzi in vacanza.
Dall'alto della strada è impressionante come il vento appiattisca il mare, il vento fresco del nord che potrebbe portarti diretto in Libia.





Siamo vicini a ferragosto e decidiamo di puntare su un camping per passare i giorni di fuoco.
Avevo letto e parlato con qualcuno di Matala, un covo di hippie dove anche Bob Dylan ha trascorso qualche vacanza nelle grotte sul mare. Penso che sia un carnaio, bello se avessi 20 anni meno e per paura di rimaner deluso salto Matala e mi fiondo su Agia Gallini.
Camping piccolo e defilato dal paese, qui sfruttiamo le bici e con queste la sera ci lanciamo alla conquista del paese.
C'è anche una coppia olandese con una citroen DS uguale identica alla mia con caravan al seguito. Conosciamo una famiglia in tenda, milanesi all'accento, con 2 bimbi come i nostri e chiacchierando vien fuori che abitano a Kinshasa, lui lavora come per la UE e lei insegna all'universita', li riempo di domande e curiosita', vivere con due pargoli in una capitale africana, che forza.
La sera di ferragosto si prepara una gran festa nel parcheggio del porto, il panaghiri impazza.
Ci facciamo un giro nel porto e vedo che c'è un peschereccio gigante con targha ME, italiano, un marinaio affacciato, gli dico – Buonasera! Ah Italiani. Che ci fate qui? Tempo da lupi, mare grosso, eravamo a pescare in mare aperto e ci siamo rifugiati qui. Siamo fermi da 4 giorni. Domani dovrebbe migliorare e ripartiamo. Sono in 5 tutti giovani siciliani. Scherzando gli dico – che vita i marinai, una principessa in ogni porto... Ah no! A casa abbiamo tutti una moglie che ci aspetta.
Ci fiondiamo a cena nei tavoli allestiti e ci saziamo di souvlaki e birra, raki e uozo ghiacciati, la musica suonata dal vivo, di tutte le eta', tutti a ballare un ballo che non è proprio quello di Zorba, tutti si tengon per mano e girano, formando un cerchio, poi il cerchio si rompe e diventa una spirale,  di cui il primo, quello piu' al centro è il solista, si stacca, fa evoluzioni, un giovane è bravissimo, anche i nonni partono, si alzano dalle sedie e via a ballare. Bellissimo.





Facciamo un salto fino a Frangokastello, non mi ricordo se con tappe intermedie.
La fortezza veneziana sul mare coi monti brulli alle spalle è surreale. Roba da ultima guarnigione.
Due taverne desolate, qualche ombrellone piantato li', mare bello e basso, grande parcheggio. Nessun paese vicino, tutti vengono qui in giornata per poi ripartire. C'è molta pace, anche se la storia di questa fortezza è fatta di scontri sanguinari. Dentro è vuota, con un piccolo palco che ospita concerti e piccoli eventi. Dormiamo di fianco alle mura, solo noi e nessun'altro. Luna piena.






rural revolution, orto o muerte
2.4 AAB Carthago Malibu
2.5 ACV Barroccio 3 posti

Barberino Tavarnelle (FI)

Il Pordenonese

Fantastico. Grazie. Quindi fattibile anche ad agosto a quanto leggo!

belvero

Citazione di: Il Pordenonese il Luglio 17, 2017, 12:06:58 AM
Fantastico. Grazie. Quindi fattibile anche ad agosto a quanto leggo!

oh si
assolutamente fattibile
rural revolution, orto o muerte
2.4 AAB Carthago Malibu
2.5 ACV Barroccio 3 posti

Barberino Tavarnelle (FI)